venerdì 16 marzo 2012

Zero

Venerdì 27 gennaio decisi di andare a sciare un po' da solo. Mi sentivo in forma senza nessun segno di fatica per la gita del giorno prima sul Piz Arina.

Ho preso gli sci da pista per provare un po' di esercizi. Sono sci da slalom un po' corti, non sono più tanto abituato ad usarli, quindi ho bisogno di fare un po' di pratica.
D'altra parte sta arrivando l'alta stagione, e qualche cliente un po' più esigente capiterà di sicuro. Meglio prepararsi.

Nonostante un paio di classiche spigolate ben controllate me la sono cavata abbastanza bene. Provo qualche volta la pista cronometrata e tiro giù 5 secondi tra la prima e la sesta discesa. Direi un bel risultato.
Non so quanti anni erano che non scendevo trai pali.

Ormai è passato mezzogiorno e comincio ad avere un certo languorino. Il venerdì davanti alla stazione a valle dell'ovovia di Scuol c'è un piccolo mercato di prodotti locali con diverse squisitezze. Decido di fare un'ultima discesa e mangiare un boccone veloce prima di riprendere il bus per tornare a casa.
La prima parte della Talabfahrt (la pista di rientro) è strettina e in alcuni punti un po' ripida. Mi sento bene e la prendo forse un po' troppo veloce. Gli sci ballano se li lascio piatti, ma appena li metto sugli spigoli è come se fossero su due binari.
Ho buone sensazioni, ma comunque decido che è meglio prenderla più tranquillamente, domani comincia l'alta stagione e non è proprio il caso di farsi male.

Già in vista della stazione a valle, mi avvio tranquillamente verso il penultimo cambio di pendenza quando in una curva verso destra prendo un'altra piccola spigolata, maledetti scietti!
Giusto quella mattina avevo osservato compiaciuto come i miei quadricipiti fossero più tonici che mai.
Con in testa per un breve istante quel pensiero mi dico: "eh no, ora mi tiro su!". È un attimo, lo scietto risponde rapidamente alla sollecitazione e mi manda in rotazione, le punte schizzano verso l'alto e quando toccano di nuovo terra lo fanno di traverso rispetto alla direzione in cui mi sto muovendo.

Ops.

La botta sulla gamba sinistra è bella secca. Sento subito un dolore intenso e diffuso, ma non insopportabile. Rimango accasciato al suolo sul fianco sinistro per un po'. Mi tengo il ginocchio tra le mani.

 - Merda!

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