domenica 7 aprile 2013

Adamello Skiraid, anno zero.


Mi fanno male le gambe e mi sento un po' svuotato.

Una mia amica atleta, Ursina, prima al telefono mi ha fatto una domanda che continua a girarmi per la testa: "Ti senti più motivato a migliorare o più deluso e spinto a mollare?"

Ieri sera è stata una bella emozione, essere a contatto con i professionisti, con le stesse regole e sullo stesso percorso. 700 persone dentro il palazzetto ad ascoltare il briefing, tutti insieme: i primi, quelli che lo fanno per mestiere, e gli ultimi, quelli che si ritagliano il tempo fra il lavoro e la famiglia.

Ero convinto che ce l'avremmo fatta. Poi stamane già mi sentivo un po' strano, una di quelle mattine in cui non ti senti poi tanto in forma.
Purtroppo se devi andare al limite puoi provare a convincerti che possa andare bene lo stesso ma se senti che qualcosa non è proprio perfetto è difficile mentire a lungo, nello sport come nella vita.

Era buio, eravamo in mezzo alla nebbia e piovigginava, eravamo ultimi già dopo mezz'ora di gara, ma non sapevamo quanto lontani fossero gli altri.
Poi abbiamo raggiunto una coppia. Abbiamo fatto un po' di strada insieme. Piano piano siamo riusciti a staccarli. In silenzio. Improvvisamente per un attimo si è aperto uno spiraglio e abbiamo visto 5 o 6 coppie poco davanti a noi. Un mini treno. Non abbiamo avuto il tempo di pensare a provare ad accodarci che la nebbia ha nascosto di nuovo tutto.
A circa due terzi della prima salita era chiaro che non ce l'avremmo fatta.
Ecco, lì è stato il momento in cui ho pensato: "ma che cavolo sto facendo?  'sta roba proprio non fa per me...". In quel momento la risposta sarebbe stata alla domanda di Ursina sarebbe stata: "Mollo".
Poi la nebbia si è alzata e abbiamo visto 3 o 4 coppie poco davanti. Ho provato a tenere duro ancora un po'. Alessio andava un pelino in più di me. Non li raggiungevo, ma non mi staccavano. Le 2h10 del primo cancello sono scadute quando mi mancavano forse meno di 300 metri lineari per raggiungerlo.
Quello è stato il momento in cui ho cambiato idea. Ho pensato che tutto sommato un anno fa non camminavo quasi e 5 settimane fa con fatica salivo i 1100 metri del Piz Arpiglia in 2h30m, davanti a casa.
Inverno lungo e difficile questo, attrezzatura certamente poco adatta, non c'è dubbio che le scusa non mi mancano. Eppure ero lì, non così distante dopo tutto. A un livello che tre anni fa mi sarebbe parso irraggiungibile.
E lì mi sono detto: riproviamoci, tra due anni.
Ci sono tante cose da sistemare, nella testa e nelle gambe ma tutto sommato è possibile.
E allora cominciamo a fare sul serio, abbiamo un anno di tempo per la prossima Patrouille des Glaciers, e due per il prossimo Adamelli Skiraid e, chissà, forse il Mezzalama.
Nel mezzo c'è da anche da godersi un po' le uscite e la fatica.
Quindi la risposta definitiva è: "Deciso a migliorare, da domani si ricomincia".

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