Passeggiamo per Gracia, un quartiere appena fuori dal centro, non ancora occupato da turisti e stranieri di passaggio ma dove resiste qualche Catalano vero, in mezzo a studenti, artisti e a un buon numero dei piu' tipici migranti che popolano la citta': giovani tra i 25 e i 35 anni, che un po' hanno perso la bussola e un po' sono all'eterna ricerca di qualcosa di nuovo e diverso; Barcelona e' la citta' per loro, e' la loro citta', la citta' liquida.
Gracia e' piena di locali, pub, ristoranti, strade strette e case basse; nelle piazze, tutte libere dalle auto, che si aprono all'improvviso nascoste tra i vicoli, i ragazzini ancora giocano a pallone. Un mare di giovane umanita' prende il loro posto dal calar della sera fino a notte fonda, quando il camioncino della BCNeta passa a gettare acqua sopra il fuoco della notte e accompagnato dalla Guardia Urbana manda tutti a casa. Anche chi vive affacciato sulle piazze ha diritto a dormire.
Sembra di essere in un paesino, quasi distinto e distaccato dal resto della citta', sebbene Placa de Catalunya e le Ramblas siano a soli venti minuti di cammino lungo il Passeig de Gracia. E proprio come nei piccoli paesi, chi abita a Gracia non nasconde l'orgoglio di farlo.
Scendiamo allora lungo il Passeig de Gracia e lasciamoci alle spalle le opere irriverenti e meravigliose di Gaudi' e degli altri architetetti modernisti fino ad arrivare a Placa de Catalunya, il centro della Barcelona turistica. E' da qui che cominciano le Ramblas, sulle quali si affaccia un imperdibile mercato, la Boqueria: un'esplosione di colori, odori e sapori, molluschi vivi dalle forme improbabili, crostacei boccheggianti, grossi tranci di tonno, tapas e vino.
Camminiamo per le Ramblas fino a Drassanes, osserviamo Barcellona prostituirsi al passaggio di chi le scivola dentro senza lasciarle niente altro che qualche soldo per i suoi artisti improvvisati, i suoi ristoranti che servono immancabilmente paella semindustriale e poco piu', i giocolieri dalle mani veloci con clavette o palline e quelli veloci con tre carte o tre scatole, che al turista fanno credere di essere il piu' "listo", lo fanno affiancare da un amico improvvisato che accenna la sua lingua, lo lasciano guardare per un po', giusto il tempo di convincerlo a farsi dare un paio di biglietti da 50 o da 100 euro che finiranno "listos", questi si', nelle loro mani invece che raddoppiarsi in quelle avide del turista... e a un signore di mezza eta' raggirato non resta che guardare la moglie, cercando comprensione nel suo sguardo, e incontrando solo un rimprovero che appare fermo ma dolce nel suo silenzo. Chissa', forse 300 euro regalati sulle Ramblas non sono poi molti per loro...
Infiliamoci infine nella Calle Escudellers per entrare nel cuore del Gotico, per respirare la citta' vecchia, tra i vicoli ora piu' stretti ora piu' larghi e l'odore tipico di salsedine e sudore, di orina e di fumo, pungente e distintivo, che resta sempre uguale viaggiando per le grandi citta' portuali del Mediterraneo: da Napoli a Marsiglia, da Genova a Barcelona.
1 commento:
che descrizione poetica, spero che l odore di piscio del ciutad vecchia sia meno intenso che quello che si avverte nei vicoli della mia Genova.
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