E' il momento in cui sento il rumore dell'attacco che si chiude sulla punta dello scarpone sopra lo sci e col tallone libero porto avanti il piede destro mentre il sinistro resta fermo, tenuto aggrappato alla neve dai mille fili sottili della "pelle" attaccata sotto lo sci.
Davanti c'e' una distesa bianca da risalire, una vetta da guadagnare per poi liberare la discesa. Le braccia e le gambe si muovono in gesti ritmati e alla prima inversione tanti piccoli muscoli si destano dal torpore autunnale in un movimento di cui portano impresso il ricordo.
Apri, alza, calcia, piega il ginocchio, gamba dentro e via.
Sulla cima il vento e' forte e punge anche attraverso le giacche e le maglie, scolliamo le pelli con gesti rapidi; e poi giu', le prime curve, le ginocchia assorbono le mille piccole asperita' della neve lavorata dal vento, una curva e poi l'altra e poi un'altra ancora; e poi giu',veloci per il pianetto sentendo le sottili strisce di ferro entrare nella neve, fino a fermarsi per cercare l'imbocco del canalino giusto; e ancora giu', al secondo pianetto, un urlo di gioia, uno sguardo d'intesa, un sorriso; e ancora giu', per l'ultimo tratto lisciato dalle decine di passaggi e dal vento, ancora veloci fino al rifugio.
Levare gli sci, aprire gli zaini, e finalmente lasciare che il corpo ascolti il leggero lamento dell'appetito e abbandonarsi a una specie di improvvisato banchetto collettivo: pane, formaggio, prosciutto, datteri, nocciole di Reus (le migliori, dice Eudald... da Reus naturalmente), briochine del forno giu' a valle, cioccolata, mandarini.
Domenica e' stata la prima gita di stagione: con tre membri del GEFF, e due del personale della Font Florida, piu' io che appartengo sia al GEFF, sia al personale della Font Florida. Io, Eudald (si scrive cosi' ma si legge Audald, nome in uso nella Catalunya medioprofonda) e Mirela con gli sci, Anna, Johannes e Verena con le racchette.
Il Bastiments, 2881 metri, e' una cima molto facile, ottima per iniziare, che risale per un tratto le piste di Vallter 2000, fortunatamente ancora chiuse. Un paio d'ore da Barcelona, uno splendido bar a Setcases, neve dura lisciata dal vento, ottima compagnia, ottimo cibo, risate e pure la scoperta di un paio di canalini interessanti in cui cominciare da subito a sentire il brivido del ripido.
Cosa si puo' chiedere di piu'?
Ah gia', tornare a casa e cuocere un'ottima zuppa mentre Johannes prepara il salmone e i gamberetti, poi tutti a tavola con Verena e Carla. Quasi quasi sembra di stare in famiglia!
Una famiglia non molto tradizionalista, visto che gli uomini hanno cucinato... pero' almeno le donne hanno lavato i piatti! Un po' per uno non fa male a nessuno!
2 commenti:
Che invidiaaaaaaa!!! Qui la settimana scorsa nevicava troppo. Ho passato la domenica a deprimermi guardando fuori dalla finestra :(
e ti lamenti che nevicava troppo?
oh, ma stai a Zurigooo!
Prendi la macchina e vai! Chiama Claudio, insomma, godetevela la polvere bianca voi che ce l'avete sotto casa!
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