mercoledì 2 luglio 2008

Primera! Segunda! Tercera!



Gli Andalusi si' che sono Spagnoli, mica come i Catalani!

Quattro giorni tra Granada e Cadice sono abbastanza per... lasciarti un'incredibile voglia di tornarci!

Innanzitutto a Granada si mangiano davvero le tapas! Funziona cosi': ordini da bere una birra, un bicchiere di vino, basta persino una bottiglia di acqua, e automaticamente arriva una tapa! A mano a mano che continui a ordinare, arrivano sempre nuove tapas, sempre piu' ricche: primera, segunda, tercera e cosi' via... se fai l'errore di chiedere la carta, ti guardano un po' storto, quasi li stessi offendendo!

Domenica sera mi piazzo in un simpatico bar chiamato Minotauro proprio ai piedi dell'Alhambra per "tapeare" e guardare la finale dell'Europeo con un mio amico tedesco. Considerando che una caña (una birretta) costa un euro e mezzo, che, come detto, con ogni caña viene una tapa e che le tapas sono sempre meglio caña dopo caña, che questo mio amico tedesco e' un noto estimatore dei piaceri dell'alcol, che la Spagna ha vinto l'Europeo e subito dopo naturalmente e' scoppiato il delirio... vi lascio immaginare come puo' essere finita la serata e la ragione della mia piuttosto scarsa attivita' cerebrale nella sessione di lunedi' mattina della conferenza...

L'Andalusia e' stata prima Provincia Romana, poi parte del regno iberico dei Visigoti, poi per 700 anni un emirato arabo e infine riconquistata da Isabella e Ferdinando, los Reyes Catolicos, per i quali la conquista di Granada nel 1482 fu cosi' importante da disporre di essere sepolti qua. I segni del periodo arabo sono sparsi un po' dappertutto: a Granada l'Alhambra e' imperdibile. Arroccata su una collina che domina la citta', e' una cittadella con palazzi sontuosi, decine di fontane, piscine, giardini colorati e profumati. Tra le mille e una vicende che si consumarono tra queste mura, fu qui che Cristoforo Colombo ottenne proprio da Isabella e Ferdinando l'approvazione per il suo viaggio alla volta delle Indie navigando verso ovest. E' un posto davvero magico, di una magia inafferrabile fino al momento in cui ci entri e indimenticabile fin dal momento in cui ne esci.

A quanto pare, gli Emiri seppero dare a questa regione tolleranza e prosperita', al contrario dei Reyes Catolicos e dei loro successori che presto perseguitarono i musulmani fino a cacciarli dalla Spagna. Tuttavia, nessuno dei Re di Spagna oso' violare le meraviglie dell'Alhambra, ma anzi tutti ne fecero la propria dimora in citta', conservando le straordinarie opere degli artisti islamici, pur integraondole a volte con simboli Cristiani.

La lunga storia di mescolanza e di tolleranza che questa regione ha alle spalle la rende speciale anche oggi che si trova a dover assorbire due nuovi ben distinti flussi migratori: quello dei ricchi nordeuropei che cercano qua il caldo e la quiete di un Paradiso perduto e quello dei poveri in cerca del cibo e del lavoro che non possono trovare ai margini dell'impero. Sembra che l'integrazione stia funzionando meglio che altrove. Non lo si legge solo sui libri: lo si vede per strada, lo si sente parlando con la gente.
Proprio quei mori che furono cacciati con la forza da questa terra 600 anni fa, stanno tornando ora lentamente a vivere in quella che fu la loro terra per 700 anni... Alcune vie stanno tornando ad avere un aspetto genuinamente arabo. Molte volte mi sono trovato ad affrontare discorsi sull'identita' tra popolazione e territorio, a volte difendendola, a volte contestandola. In mezzo ai Catalani poi (ma anche ai Triestini!), e' un tema ricorrente. Quello che sta succedendo qua, osservato da una prospettiva storica, non fa che gettare nuova carne al fuoco, e farmi riconoscere nuovamente quanto complesso sia questo problema. Una complessita' che mi pare venga troppo spesso semplicemente ignorata perche', in fondo, e' piu' comodo.

Certo, come succede nel nostro Meridione, anche qui molti di questi mori finiscono col lavorare sfruttati nei campi... soprattutto negli sterminati uliveti! Io non ho mai visto cosi' tanti ulivi in vita mia, eppure ho vissuto 18 anni in Liguria e 5 in Toscana! Ulivi a perdita d'occhio, anche dall'aereo: ulivi, ulivi e ancora ulivi. Si capisce subito come fa l'Andalusia a produrre da sola il venti per cento di tutte le olive prodotte nel mondo!

Avvicinandosi a Granada, guardando verso sud, gli ulivi lasciano repentinamente il posto ai boschi e ai prati delle pendici della Sierra Nevada. La Veleta e' quasi a picco sulla citta' e copre parzialmente l'Alcazaba; entrambe le vette superano i 3300 metri! ma il re della Sierra e' il Mulhacen che con i suoi 3479 metri e' la cima piu' alta della Spagna continentale (il Pico del Teide a Tenerife arriva oltre 3700 metri). La neve d'inverno pare sia abbondante, di solito fa molto freddo, e ancora adesso, nonostante il caldo torrido che si vive in citta', i canali piu' fondi e le cime piu' alte sono ricoperte di neve. Tre anni fa sono salito sul Teide, questa primavera sull'Aneto, la cima piu' alta dei Pirenei, il prossimo inverno di sicuro non posso mancare il Mulhacen con gli sci!

Una volta in citta' e' impossibile non riconoscere, proprio di fronte all'Alhambra, il quartiere Albayzin, fatto di strette stradine e case dipinte di bianco. Ieri notte una passeggiata nei vicoli silenziosi e' stato il miglior digestivo dopo la pantagruelica e squisita cena consumata in una bellissima caratteristica carmen (una casa con grande giardino) con vista sull'Alhambra. L'Albayzin si inerpica fin sul Sacromonte dove i gitani, i maestri del flamenco, vivono nelle fresche grotte. Purtroppo il tempo per una passeggiata fino lassu' mi e' mancato, sara' per la prossima volta... e ho l'impressione che non passera' molto tempo!


Una cosa che invece manca in Andalusia sono le "S". Si', proprio le lettere S nelle parole. Si sa che in Sudamerica (ma anche alle Canarie) tendono a non pronuciare la S finale, cosi' "gracias" diventa qualcosa tipo "graciah", "dos" diventa "doh" e cosi' via. Qui invece, si dimenticano pure le S in mezzo alle parole! Ad esempio "España" diventa "Ehpaña", "esqui" diventa "ehqui" e cosi' via... per di piu' spesso risparmiano pure sulle D, ad esempio "partido" diventa direttamente "partio", e in generale la pronucia e il tono sono molto diversi dal Castigliano che si parla in Catalunya.
Comunque, con un paio di giorni di abitudine, non c'e' problema, per lo piu' che con il mio inconfondibile accento capiscono subito che sono italiano e mi fanno tutti la gentile cortesia di parlare lentamente!

Ho deciso all'ultimo secondo di venire a questa conferenza di due giorni a Granada. L'Andalusia e' stata una scoperta stupenda. Sono all'aereporto di Granada in partenza per Milano via Madrid e poi a Genova, a respirare un po'; come spesso mi accade, non resisto alla tentazione di immaginare il prossimo viaggio alla scoperta di tutto quello che questi giorni non mi hanno potuto concedere...

'hta pronto Andalucia!

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