giovedì 4 agosto 2011

Primavera e estate

L'Altels, con i suoi 3629 m, si alza sopra il vasto pianoro dello Spittelmatte per poco più di 1700 m di dislivello come un perfetto piano inclinato con una pendenza quasi costante trai 35 e i 40 gradi.
È una delle montagne più amate e ambite dagli scialpinisti.
Quando siamo andati per salirlo (e soprattutto scenderlo!) in primavera, le condizioni della parte alta purtroppo non erano delle migliori.


Abbiamo deciso di raggiungere lo Spittelmatte partendo da Engstligenalp, una bellissima conca cui si accede comodamente in funivia da Adelboden. Dopo aver valicato la Engstligengrat e disceso un divertente canale, abbiamo guadagnato il piccolo bacino di Tschalmeten per poi scendere verso l'hotel Schwarenbach, costruito alla fine del '700 lungo quella che era la via di comunicazione più breve e frequentata, d'estate, tra il Canton Berna e il Vallese.

Nonostante le recenti nevicate di quel periodo, la neve, come quasi sempre accade, non aveva aderito al grande triangolo che forma la vetta. Dopo una notte serena e fresca bivaccando all'aperto e dopo aver scartato l'alternativa di salire l'adiacente Balmhorn (che con il Rinderhorn e l'Altels costituisce il grandioso trittico delle Alpi Bernesi Occidentali), siamo partiti lo stesso per l'Altels, sebbene un po' scettici. Sulla via di salita abbiamo incontrato una ventina di altri scialpinisti; tra questi, una ragazza, a causa di una pelle di foca dalla colla ormai esaurita, ha perso uno sci e scivolando ha percorso quasi metà parete fermandosi poi fortunosamente sulla conca che precede l'ultimo salto roccioso.


Eravamo quelli più in basso sull'itinerario in quel momento e nessun altro accennava a muoversi per vedere come stesse la ragazza. Così, dopo qualche minuto attendendo che la sua compagna di avventura si rendesse conto dell'accaduto, preso atto che in realtà questa stava tranquillamente procedendo verso la vetta, in condizioni di equilibrio non esattamente ottimale mi sono preparato per il recupero dello sci perduto e della ragazza ai piedi della parete.
Una volta ultimato il recupero e incassato un più che striminzito "merci" dalla simpatica e preparata alpinista svizzera, attardato rispetto ai miei compagni che si trovavano circa 300 metri di dislivello sopra di me, mi sono prodotto in una grande rincorsa per raggiungerli che mi ha lasciato decisamente provato.
Guadagnata faticosamente la spalla dell'Altels e osservati da vicino con delusione gli ultimi 200 metri di dislivello, ci siamo preparati per la discesa.
1300 metri di neve perfetta, liscia e dura ma con ottimo grip su un piano inclinato a più di 35 gradi di pendenza pressoché costante, largo più o meno 300 metri. Totale soste: due; tutto il resto mollando gli sci e pennellando curvoni.

Molto bello ma... non è un po' tardino per scrivere di queste cose in agosto?
Beh, ovviamente sì ma giusto lo scorso finesettimana sono stato a fare un trekking da quelle parti e al termine del luglio più freddo e nevoso degli ultimi 10 anni, mi sono ritrovato ad ammirare la parte sommitale dell'Altels, avvolta di un bianco che così bianco lassù non l'avevo mai visto. Condizioni quasi perfette per portare a termine quanto lasciato in sospeso quasi 4 mesi prima.


La tentazione di correre a casa, rispolverare l'attrezzatura e partire non è mancata, ma poi un ginocchio ballerino e i 1400 metri da fare, in salita e in discesa, quasi interamente su pietraia con tanto di sci nello zaino, mi hanno fatto rapidamente scendere a più miti consigli.


Peccato, sarebbe stata una bella e insolita avventura...

Ecco qui una galleria con qualche foto dell'avventura primaverile e del trekking del primo di agosto...

2 commenti:

Fabio Del Sordo ha detto...

Bravo Beppe, e hai fatto bene a scriverla anche se mesi e mesi dopo!

GiMi ha detto...

Eh eh, grazie.
Mi sono convinto a scriverla giusto perché l'altro giorno mi sono trovato in maniera più o meno imprevista a passare proprio di là... :)