lunedì 10 maggio 2010

Il piacere della scoperta

A volte l'abitudine fa sparire la meraviglia. È forse quello il giorno in cui si comincia a invecchiare, o forse solo a crescere.

Spesso una cosa semplice come il ticchettio della pioggia sul tetto o lo scricchiolio delle travi di legno, è densa di signficati e sensazioni, scrive in pochi minuti pagine di una storia che si sa quando è cominciata ma magari non si sa quando finisce.

3 commenti:

Nino Martino ha detto...

uhm, quando l'abitudine fa sparire la meraviglia uno spacciato, carissimo. Non è invecchiato, né cresciuto. E' solo rincretinito. Pensa alle "candele" che scrive Elio Fabri alla sua età... è un esempio di uno che non ha mai finito di meravigliarsi e che quindi non ha mai cessato di crescere.
Finché uno si meraviglia cresce. Il contrario, appunto....

GiMi ha detto...

Ho l'impressione che allora quelli non spacciati siano una stretta minoranza... :)
Ma forse sara' perche' sono un po' pessimista ultimamente...

Nino Martino ha detto...

mah, che ti devo dire, non mi sembri poi molto pessimista. Quelli non spacciati sono una minoranza e c'è sempre il rischio di uscirne. A volte magari si rientra... poi si ri-esce
E' importante che esista, questa minoranza....:-)