giovedì 30 aprile 2009

Catalanita'

Al prossimo che mi viene a rompere le scatole col fatto che noi Genovesi saremmo tirchi, consiglierei di farsi un bel soggiorno di qualche mese in Catalunya.

In particolare, sembra esserci una categoria di Catalani che si distingue per l'acidita' nei rapporti con l'esterno, soprattutto quando questi coinvolgono la sfera economica.

Vado a descrivere la categoria in questione.

Donna, sulla quarantina o poco meno, tendenzialmente zitella, super sportiva, ma con una attitudine tutta catalana all'attivita' fisica.

La ragazza, che chiameremo per convenzione Montse (nome tipicamente catalano, diminutivo di Montserrat), intorno alla trentina (probabilmente a seguito di qualche delusione sentimentale o lavorativa) si e' scoperta "deportista" e sceglie uno sport, tipicamente a contatto con la natura o la montagna (bisogna ammettere che queste passioni sono estremamente diffuse da queste parti, anche tra le donne, molto ma molto di piu' di quanto non lo siano in Italia). L'attitudine catalana di cui sopra porta Montse a confrontarsi fin dalle prime esperienze con situazioni di alto livello, quando non "estreme", senza alcuna preparazione specifica e affrontando rischi di cui nemmeno e' in grado di rendersi conto.

Ecco alcuni esempi.

Seconda gita di scialpinismo della vita, Monte Bianco.

"Mi sono comprata la mountain bike, io in bici non ci sono praticamente mai andata, pero' quest'estate volevo andare a farci il giro dell'Islanda"
(salvo poi essere presa da un barlume di lucidita' alcune settimane dopo: "ho cominciato a girare in bici per Barcellona: e' dura eh, non so se ce la faccio per quest'estate a fare il giro dell'Islanda"... mah, staremo a vedere)

Prima escursione in alta montagna della vita: Pico de Aneto, la cima piu' alta dei Pirenei, raggiunta quasi senza volerlo, proseguendo sul ghiacciaio nella nebbia con scarpe da ginnastica ai piedi.

Passiamo ora al fattore economico. Faro' alcuni esempi.

Per raggiungere Andorra da Barcellona, effettuiamo un giro dell'oca, onde evitare di pagare il pedaggio del Tunnel del Cadi' (11 euro, da dividere in 2) e un tratto di autostrada che ci sarebbe costato ben 2 euro.

Ad Andorra avevo trovato una stupenda casa tutta di legno con cucina completamente fornita e tutti i comfort a 30 euro a notte (per una notte), per cui mi ero portato tutto l'occorrente per preparare cena, colazione e qualcosa per il pranzo del giorno dopo da portarsi dietro. Montse, appena varcato il confine con Andorra, insiste per andare in cerca di un ostello dal costo di 17 euro a notte per il solo pernottamento.

In ogni caso, lei per 3 giorni mangia solo pane e formaggio e beve solo Coca Cola Light, quindi per il cibo non le interessa proprio niente.

Andiamo a vedere l'ostello e scopriamo che non si puo' cucinare e la mezza pensione costa 27 euro. A quel punto, per 3 euro, io e il terzo componente del gruppo, italiano, decidiamo che la casa e' meglio, ma naturalmente Montse pretende di pagare i suoi 17 euro, e i 13 di differenza della sua quota li mettiamo noi (l'ostello si trovava a mezz'ora di macchina dalla casa, nella direzione opposta rispetto alla destinazione della mattina seguente...)

Montse si prepara per la traversata Chamonix - Zermatt, 6 giorni di scialpinismo in alta quota sulle montagne svizzere. I suoi compagni di avventura (tra cui non io, ahime') ovviamente optano per il pernottamento in mezza pensione nei pur cari rifugi svizzeri. Lei, altrettanto ovviamente, no: si porta pane e formaggio (per fortuna non Coca Cola Light) per 6 giorni.

Da notare che al termine dei tre giorni ad Andorra, sulla via del ritorno, Montse viene presa da un facilmente prevedibile attacco di acidita' di stomaco fulminante e ci costringe ad una sosta per le necessarie "espulsioni". Non oso immaginare come sia tornata dalla traversata di 6 giorni!

Vado tralasciando alcuni altri piccoli particolari, sperando di aver convinto i miei 4 lettori che c'e' di peggio, ma di molto peggio, dei Genovesi!

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