martedì 25 marzo 2008

Vivere in un monolocale, anzi no

Nelle ultime tre settimane ho vissuto da solo in un monolocale: casa di Alessio a Barcelona. Me l'ha lasciata giusto per il tempo di trovare una casa mia da queste parti, mentre lui se ne stava in America.

Barcelona e' una citta' straordinaria e sembra che tutto il mondo si sia dato appuntamento qui. Quando dico a qualcuno che sto a Barcelona la reazione e' sempre la stessa:

"Bello! C'e' un mio amico la'!"

Il lato positivo e' che non ho avuto nemmeno il tempo di sentirmi da solo, il lato negativo e' che trovare casa e' un incubo. Ti propongono cose orribili a prezzi stratosferici senza vergognarsene.

E cosi' mi son preso il tempo che ci voleva e tre settimane piene le ho passate qua.

A casa, da solo, pero' proprio non ci so stare, e cosi' ho finito per uscire a cena o invitare ogni sera qualcuno... ma non e' la stessa cosa.

Aprire la porta, gridare "Ciao" e sentirsi rispondere, posare lo zaino, la giacca, le chiavi, sedersi in cucina, in salotto, in terrazza e raccontarsi la giornata. Questo mi fa sentire a casa.

Comunque, come dice Alessio, ormai, dopo dieci anni di case e traslochi, devo avere sviluppato un talento per trovare quella giusta per me. Le ultime tre sono state perfette, l'ho saputo dal primo momento che ci sono entrato, e in qualche modo so che sara' lo stesso anche per questa. E' un fatto di colori, di luce, di odore, del giusto mix di ordine e confusione che ti trovi davanti.

Da lunedi' prossimo siete benvenuti nella mia nuova casa.

Ci troverete anche una simpatica coppia di tedeschi, Johannes e Verena, e il colombiano Cesar.

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