giovedì 10 marzo 2011

5 - 6 marzo 2011, 2 giorni sotto l'Aletsch


Osvaldo, Mattia e Fabio ci tenevano particolarmente a vedere Konkordiaplatz, il grande pianoro glaciale dove confluiscono quattro enormi lingue di ghiaccio per alimentare il ghiacciaio più lungo delle Alpi, il Grosser Aletschgletscher.
Gli Svizzeri l'hanno battezzata così per sottolineare come quella sia la loro Place de la Concorde, solo più grande, parecchio più grande, e più bianca, parecchio più bianca.
Il modo più comodo (ma sicuramente non il più economico!) per accedervi è attraverso la Jungfraubahn, che da Grindelwald o Wengen, con un tunnel scavato dentro l'Eiger ed il Mönch, porta fino allo Jungfraujoch, a oltre 3400 metri di altitutdine, tra il Mönch e la Jungfrau.
È una meta turistica per eccellenza, e in questa stagione gli alpinisti scarseggiano e sono clamorosamente sovrastati in numero dai giapponesi armati di sorrisi e macchine fotografiche. Vestiti, imbracati, con corde, piccozze e quant'altra ferraglia necessaria, ci sentiamo un po' come le scimmie allo zoo, con i giapponesi che fanno a gara per farsi foto con noi... mah...
La discesa verso Konkordiaplatz è facile e suggestiva, l'ambiente à veramente mozzafiato, impagabile, forse uno dei più bei posti d'Europa. Arrivati a Konkordiaplatz comincia la lunga ma facile risalita verso il Lötschenlücke e la Hollandiahütte, 7 Km e 500 metri di dislivello più a ovest.
La scarsa abitudine alla quota e all'ambiente, condita con poca attenzione all'alimentazione, possono giocare brutti scherzi, soprattutto a chi nelle vene ha sangue puramente mediterraneo.
Tuttavia, una salita conquistata spostando metro dopo metro il limite delle proprie forze un po' più in là, vale ancora di più. E così, poco prima del tramonto, giungiamo al lussuoso bivacco invernale dell'Hollandiahütte.
La mattina dopo, io e Fabio abbiamo ancora un po' di energie da spendere per salire fino alla base del pendio sommitale dell'Äbeni Flue, 700 metri e ancora diversi chilometri più a nord. Ambiente ancora una volta impagabile, guastato solo dai simpaticoni che si fanno portare su con l'elicottero per gustarsi belli riposati la discesa polverosa. Facile così! La vetta la lasciamo per un'altra volta, il pendio è in parte ghiacciato e in parte ricoperto da un sottile strato di neve dura.
Passiamo all'Hollandiahütte a recuperare Osvaldo e Mattia e ci prepariamo per gli entusiasmanti 1700 metri di discesa verso Blatten in polvere a tratti un po' pesante, a tratti ricoperta da una morbida crosta, tutti visibili dal punto di partenza. Dopo un ristoratore pranzo proprio sotto la bocca del Langgletscher, affrontiamo rapidamente gli ultimi chilometri in leggera discesa fino a congiungerci con l'affollata pista da fondo che porta in paese. E alle 15.28 siamo puntuali sulla nostra autopostale.

Solita galleria fotografica.

E tracce GPS (purtroppo manca la traccia di discesa dal Lötschenlücke a Blatten, si era scaricato il GPS...)

Hollandiahütte at EveryTrail


Äbeniflue at EveryTrail

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