Lunedì sera, preparo la pasta da fare inacidire: riso integrale stracotto e filtrato e farina bianca di frumento.
Mercoledì sera, era già tutto uno schiumare di bollicine. Con farina bianca di frumento, farina integrale di frumento e farina integrale di riso, la ravvivo e ne metto da parte una metà; col resto preparo una bella pagnotta e la metto a riposare coperta nel forno (spento, ma con luce accesa) per l'infornata mattutina.
Giovedì mattina, la pasta madre nel suo barattolo sembra attiva più che mai; la pagnotta nel forno è triplicata di volume e quasi straborda dalla sua ciotola! Tocca reimpastare e attendere la prossima lievitazione...
Da dove viene tutta questa attività? Sarà l'acqua dell'Aare? Sarà il riso integrale biellese? Sarà l'aria svizzera?
Mah...
giovedì 17 marzo 2011
Centocinquanta (Rigurgiti I)
Nonostante tutti gli acciacchi che ti porti dietro e nonostante che a noi che non ti vediamo ogni giorno ogni volta sembri di vederne uno nuovo, non possiamo smettere di chiamarti "casa", nella speranza che le tue fondamenta e le tue mura siano più forti di chi cerca di abbatterle e dividerle. Buon compleanno e forza, Italia!
giovedì 10 marzo 2011
5 - 6 marzo 2011, 2 giorni sotto l'Aletsch
Gli Svizzeri l'hanno battezzata così per sottolineare come quella sia la loro Place de la Concorde, solo più grande, parecchio più grande, e più bianca, parecchio più bianca.
Il modo più comodo (ma sicuramente non il più economico!) per accedervi è attraverso la Jungfraubahn, che da Grindelwald o Wengen, con un tunnel scavato dentro l'Eiger ed il Mönch, porta fino allo Jungfraujoch, a oltre 3400 metri di altitutdine, tra il Mönch e la Jungfrau.
È una meta turistica per eccellenza, e in questa stagione gli alpinisti scarseggiano e sono clamorosamente sovrastati in numero dai giapponesi armati di sorrisi e macchine fotografiche. Vestiti, imbracati, con corde, piccozze e quant'altra ferraglia necessaria, ci sentiamo un po' come le scimmie allo zoo, con i giapponesi che fanno a gara per farsi foto con noi... mah...
La discesa verso Konkordiaplatz è facile e suggestiva, l'ambiente à veramente mozzafiato, impagabile, forse uno dei più bei posti d'Europa. Arrivati a Konkordiaplatz comincia la lunga ma facile risalita verso il Lötschenlücke e la Hollandiahütte, 7 Km e 500 metri di dislivello più a ovest.
La scarsa abitudine alla quota e all'ambiente, condita con poca attenzione all'alimentazione, possono giocare brutti scherzi, soprattutto a chi nelle vene ha sangue puramente mediterraneo.
Tuttavia, una salita conquistata spostando metro dopo metro il limite delle proprie forze un po' più in là, vale ancora di più. E così, poco prima del tramonto, giungiamo al lussuoso bivacco invernale dell'Hollandiahütte.
La mattina dopo, io e Fabio abbiamo ancora un po' di energie da spendere per salire fino alla base del pendio sommitale dell'Äbeni Flue, 700 metri e ancora diversi chilometri più a nord. Ambiente ancora una volta impagabile, guastato solo dai simpaticoni che si fanno portare su con l'elicottero per gustarsi belli riposati la discesa polverosa. Facile così! La vetta la lasciamo per un'altra volta, il pendio è in parte ghiacciato e in parte ricoperto da un sottile strato di neve dura.
Passiamo all'Hollandiahütte a recuperare Osvaldo e Mattia e ci prepariamo per gli entusiasmanti 1700 metri di discesa verso Blatten in polvere a tratti un po' pesante, a tratti ricoperta da una morbida crosta, tutti visibili dal punto di partenza. Dopo un ristoratore pranzo proprio sotto la bocca del Langgletscher, affrontiamo rapidamente gli ultimi chilometri in leggera discesa fino a congiungerci con l'affollata pista da fondo che porta in paese. E alle 15.28 siamo puntuali sulla nostra autopostale.
Solita galleria fotografica.
E tracce GPS (purtroppo manca la traccia di discesa dal Lötschenlücke a Blatten, si era scaricato il GPS...)
Hollandiahütte at EveryTrail
Äbeniflue at EveryTrail
giovedì 3 marzo 2011
Panorami
Ultimo post di giornata, per segnalarvi l'ultima galleria.
Ho recentemente scoperto le favolose potenzialità di Hugin, software open source e cross platform (disponibile cioè per Windows, Mac e Linux) per creare foto panoramiche. Beh, funziona veramente a meraviglia. Il processo è quasi del tutto automatico e le impostazioni di base già danno risultati sorprendenti.
Quindi ho preso l'abitudine di fare una foto panoramica quando mi pare che ne valga la pena, e ho deciso di mettere le meglio riuscite in questa galleria, che aggiornerò più o meno frequentemente. Se proprio volete, potete addirittura abbonarvi al feed RSS e ricevere automaticamente una notifica quando un nuovo panorama sarà disponibile.
Tutte le foto sono scaricabili a piena risoluzione, e vi consiglio di farlo, se volete godervele per davvero.
Per concludere la nota tecnica, per l'etichettatura ho usato lo splendido Sketch per Mac.
Ora vado a cena.
PS No, non ci sono SOLO panorami di montagne!
Ho recentemente scoperto le favolose potenzialità di Hugin, software open source e cross platform (disponibile cioè per Windows, Mac e Linux) per creare foto panoramiche. Beh, funziona veramente a meraviglia. Il processo è quasi del tutto automatico e le impostazioni di base già danno risultati sorprendenti.
Quindi ho preso l'abitudine di fare una foto panoramica quando mi pare che ne valga la pena, e ho deciso di mettere le meglio riuscite in questa galleria, che aggiornerò più o meno frequentemente. Se proprio volete, potete addirittura abbonarvi al feed RSS e ricevere automaticamente una notifica quando un nuovo panorama sarà disponibile.
Tutte le foto sono scaricabili a piena risoluzione, e vi consiglio di farlo, se volete godervele per davvero.
Per concludere la nota tecnica, per l'etichettatura ho usato lo splendido Sketch per Mac.
Ora vado a cena.
PS No, non ci sono SOLO panorami di montagne!
Montagne a 360 gradi
Qualche finesettimana fa, ho fatto un giro nella Lämmerental, un posto incantato incastonato tra Leukerbad, Kandersteg, Adelboden e Lenk, con sterminate possibilità per lo scialpinismo e ben 3 rifugi di comodissimo accesso.
Non sto qui ora a descrivere le gite che abbiamo fatto, anche perché è già passato un po' di tempo, ma lascerò piuttosto parlare le immagini, tramite l'ormai consueta galleria fotografica.
Soprattutto spero che apprezzerete una panoramica a 360 gradi che ho composto dalla vetta del Wildstrubel, e che ho pazientemente etichettato, grazie al sempre ottimo MapPlus e all'altrettanto favoloso PeakFinder. Come di tutte le altre foto, anche di questa è scaricabile la versione a piena risoluzione, indispensabile per poter goderne appieno.
Soprattutto spero che apprezzerete una panoramica a 360 gradi che ho composto dalla vetta del Wildstrubel, e che ho pazientemente etichettato, grazie al sempre ottimo MapPlus e all'altrettanto favoloso PeakFinder. Come di tutte le altre foto, anche di questa è scaricabile la versione a piena risoluzione, indispensabile per poter goderne appieno.
Homad, 1/3/2011
Il weekend è stato nevoso, e già dal lunedì mattina mordevo il freno.
D'altra parte la settimana lavorativa sembra impegnativa; dunque, come conciliare la cronica pigrizia e l'impegno con il desiderio di sfogare un po' la gamba impigrita?
Prima di tutto la scelta della meta, la piu' vicina possibile: bassa Diemtigtal.
La Diemtigtal è una delle prime valli dell'Oberland Bernese, che dalle sponde del Thunersee si stacca dalla Simmental per incunearsi fra quest'ultima la Entschligetal, grosso modo in direzione sud-ovest. In alta Simmental sorge la località sciistica di Lenk, mentre in alta Entschligetal la più nota Adelboden. Le due località sono collegate sci ai piedi, scavalando di fatto la Diemtigtal oltre la sua testata.
La meno conosciuta (agli sciatori da pista) Diemtigtal rappresenta un piccolo paradiso, del quale già negli anni '40 si diceva che fosse uno dei pochi posti dove ancora lo sci aveva conservato la sua vera natura. E posso dire che queste parole valgono ancora oggi.
Ci sono due piccole stazioni sciistiche, Wiriehorn (che prende il nome dall'omonima vetta che sovrasta gli impianti), nella parte bassa della valle e Grimmialp, appena sotto la testata della stessa, ciascuna con 3 o 4 impianti in totale, tutto il resto è vergine ed è un po' il "giardino di casa" degli scialpinisti bernesi (insieme alla zona del Gantrisch).
Visto che i compagni per le levatacce scarseggiano, decido di salire in cima all'Homad, 1869 metri, partendo dal parcheggio degli impianti, più o meno esattamente 900 metri più in basso, risalendo le piste ancora chiuse, per poi affrontare eventualmente la discesa in fuoripista.
La sveglia solitaria alle 5 del mattino è però un osso duro anche per me. Così decido di fare un esperimento: mi inoltro nella valle lunedì sera dopo cena, armato di thermos per colazione e sacco a pelo, parcheggio nel piazzale degli impianti, mi infilo nel caldo sacco REI, comprato a prezzo stracciatissimo in quel di Sacramento (California) e alle 23.30 mi corico sul sedile del passeggero, ribaltato quasi per intero.
Non dormo per niente male, e alle 6:30 sono bello carico per la colazione, un po' di ginnastica e via... Dunque direi, esperimento riuscito!
Il cielo è coperto, ma presumo si tratti della solita nebbia alta, e così parto, fiducioso di "bucare" la nebbia e godermi almeno un'ultima parte di salita al sole.
Vado leggero e di buon passo, lungo la pista rossa, poi devio a destra per la ripidissima pista nera che porta proprio in cima all'Homad (forse il tratto di pista più ripido che abbia mai visto!). Mi sembra di ricordare che una pista più dolce giunga in vetta salendo sul lato sinistro, così attraverso lo skilift, anzi, la svizzerissima ancora, seguendo la pista battuta nella nebbia fino a quando questa non si perde nel whiteout tra la nebbia e il manto nevoso quasi immacolato... evidentemente la pista di sinistra non è battuta, ci sono alcune tracce di discesa ma la neve è profonda e davvero pesante, inoltre dopo pochi passi mi accorgo di qualche rumorino che non mi piace niente...
Ho salito circa 750 metri e decido di fare dietrofront e tornare rapidamente sulla pista riattraversando sui miei passi lo skilift.
Però però... ho intravisto per alcuni momenti il sole sulla vetta dell'Homad e la cosa mi stuzzica: le montagne che si annalzano sopra il mare di nubi o di nebbia sono sempre uno spettacolo mozzafiato.
È già tardino ma mi concedo una chance: 25 minuti e poi torno indietro, vado più forte che posso e se arrivo in cima bene, se no pazienza.
Risultato: 260 metri di dislivello in 23 minuti, arrivo in vetta, sole, mare di nubi, calduccio e panorama.
La giornata comincia proprio bene.
Poi discesa senza sosta in pista fino all'auto. La parte bassa degli impianti è
già aperta e pullula di ragazzini che approfittano delle vacanze invernali a scuola.
Con un bel sorriso stampato sulle labbra monto in macchina e me ne torno a casa a fare una seconda colazione un po' abbondante.
Galleria fotografica
Homad Training at EveryTrail
D'altra parte la settimana lavorativa sembra impegnativa; dunque, come conciliare la cronica pigrizia e l'impegno con il desiderio di sfogare un po' la gamba impigrita?
La Diemtigtal è una delle prime valli dell'Oberland Bernese, che dalle sponde del Thunersee si stacca dalla Simmental per incunearsi fra quest'ultima la Entschligetal, grosso modo in direzione sud-ovest. In alta Simmental sorge la località sciistica di Lenk, mentre in alta Entschligetal la più nota Adelboden. Le due località sono collegate sci ai piedi, scavalando di fatto la Diemtigtal oltre la sua testata.
La meno conosciuta (agli sciatori da pista) Diemtigtal rappresenta un piccolo paradiso, del quale già negli anni '40 si diceva che fosse uno dei pochi posti dove ancora lo sci aveva conservato la sua vera natura. E posso dire che queste parole valgono ancora oggi.
Ci sono due piccole stazioni sciistiche, Wiriehorn (che prende il nome dall'omonima vetta che sovrasta gli impianti), nella parte bassa della valle e Grimmialp, appena sotto la testata della stessa, ciascuna con 3 o 4 impianti in totale, tutto il resto è vergine ed è un po' il "giardino di casa" degli scialpinisti bernesi (insieme alla zona del Gantrisch).
Visto che i compagni per le levatacce scarseggiano, decido di salire in cima all'Homad, 1869 metri, partendo dal parcheggio degli impianti, più o meno esattamente 900 metri più in basso, risalendo le piste ancora chiuse, per poi affrontare eventualmente la discesa in fuoripista.
La sveglia solitaria alle 5 del mattino è però un osso duro anche per me. Così decido di fare un esperimento: mi inoltro nella valle lunedì sera dopo cena, armato di thermos per colazione e sacco a pelo, parcheggio nel piazzale degli impianti, mi infilo nel caldo sacco REI, comprato a prezzo stracciatissimo in quel di Sacramento (California) e alle 23.30 mi corico sul sedile del passeggero, ribaltato quasi per intero.
Non dormo per niente male, e alle 6:30 sono bello carico per la colazione, un po' di ginnastica e via... Dunque direi, esperimento riuscito!
Il cielo è coperto, ma presumo si tratti della solita nebbia alta, e così parto, fiducioso di "bucare" la nebbia e godermi almeno un'ultima parte di salita al sole.
Vado leggero e di buon passo, lungo la pista rossa, poi devio a destra per la ripidissima pista nera che porta proprio in cima all'Homad (forse il tratto di pista più ripido che abbia mai visto!). Mi sembra di ricordare che una pista più dolce giunga in vetta salendo sul lato sinistro, così attraverso lo skilift, anzi, la svizzerissima ancora, seguendo la pista battuta nella nebbia fino a quando questa non si perde nel whiteout tra la nebbia e il manto nevoso quasi immacolato... evidentemente la pista di sinistra non è battuta, ci sono alcune tracce di discesa ma la neve è profonda e davvero pesante, inoltre dopo pochi passi mi accorgo di qualche rumorino che non mi piace niente...
Ho salito circa 750 metri e decido di fare dietrofront e tornare rapidamente sulla pista riattraversando sui miei passi lo skilift.
Però però... ho intravisto per alcuni momenti il sole sulla vetta dell'Homad e la cosa mi stuzzica: le montagne che si annalzano sopra il mare di nubi o di nebbia sono sempre uno spettacolo mozzafiato.
È già tardino ma mi concedo una chance: 25 minuti e poi torno indietro, vado più forte che posso e se arrivo in cima bene, se no pazienza.
Risultato: 260 metri di dislivello in 23 minuti, arrivo in vetta, sole, mare di nubi, calduccio e panorama.
La giornata comincia proprio bene.
Poi discesa senza sosta in pista fino all'auto. La parte bassa degli impianti è
già aperta e pullula di ragazzini che approfittano delle vacanze invernali a scuola.
Con un bel sorriso stampato sulle labbra monto in macchina e me ne torno a casa a fare una seconda colazione un po' abbondante.
Galleria fotografica
Homad Training at EveryTrail
Chrummfadeflue, 23/02/11
Il vantaggio di vivere a Berna è che in meno di un'ora di macchina puoi trovarti in mezzo all'Oberland.
I mesi di gennaio e febbraio sono stati caldi e secchi, un inverno anomalo, per questo la settimana scorsa, dopo la prima nevicata degna di questo nome da due mesi a questa parte, non mi sono fatto sfuggire l'opportunità di un "matinée in zona Gantrisch.
Il Gantrisch è una montagna di 2175, ben visibile dalla parte est di Berna, dove non è nascosta dal Gurten (una "collinona" proprio sopra la città). Si trova nella regione dello Schwarzenburgerland e fa parte di una delle prime catene di ripiegamenti alpini che si eleva dall'Altopiano grosso modo in direzione est-ovest, a partire dalla sponda settentrionale del Thunersee. Quasi tutte le cime a est e a ovest del Gantrisch sono raggiungibili con gli sci e offrono discese di tutte le difficoltà, anche decisamente impegnative, con un dislivello compreso fra i 700 e i 900 metri.
La regione gode di un microclima abbastanza particolare, decisamente freddo, per cui è facile trovare neve in quantità e qualità migliore rispetto ad altre zone vicine poste alla stessa altitudine.
Tutto questo ne fa una meta ideale per lo scialpinista in crisi di astinenza.
Mercoledì della scorsa settimana abbiamo scelto la Gustispitze del Chrummfadeflue, 2074 metri, appena a est del Gantrisch.
Partenza alle ore 07:10 dall'arrivo dello Skilift Gurnigel, lungo traverso nel bosco e poi salita del versante nordovest.
L'alba sul Bürgle ha sempre il suo fascino, e il panorama dalla vetta è al solito mozzafiato, con l'Oberland che si erge maestosamente sopra la Hochnebel, la nebbia alta, abbastanza tipica in questa stagione da queste parti.
Trenta centimetri di polvere leggera su fondo assente o duro, niente male. Solo 550 metri di dislivello in salita ma circa 800 in discesa, poi con 5 franchi si prende il piccolo skilift che riporta alla macchina. Irrinunciabile una piccola sosta a Riggisberg per prendere al volo un mezzo pollo arrosto da consumare a casa prima di precipitarsi in ufficio.
Da oggi ho deciso di rivitalizzare e dare un senso un po' diverso a questo blog, cercando di mettere i report di tutte le gite e gitine che farò. Il tutto sarà condito, quando disponibile, da traccia GPS e da una galleria fotografica più o meno ricca a seconda della riuscita della mia vena artistica.
I non drogati di montagna troveranno il tutto un po' noioso, sorry.
La galleria fotografica è reperibile a questo link. Buona visione!
Chrummfadeflue at EveryTrail
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