venerdì 12 novembre 2010

Emozioni

Mio padre ha comprato questo disco di vinile nel 1970, aveva 19 anni.
Aveva allora lo stesso odore che sento io oggi? Quest'odore come di vestiti rimasti una serata davanti al caminetto. Per quanto ne so io, in nessuna delle case dove è stato conservato ce n'era uno.
La sensazione che lasciava allora sulle sue mani è la stessa che lascia oggi sulle mie?

La puntina gracchia sul vinile e le sue piccole vibrazioni si trasformano in una sottile corrente che attraverso il braccio del giradischi e un corto cavo che esce dal suo retro raggiungono il mio laptop bianco e producono un suono quasi inatteso attraverso le sue piccole casse.
È un percorso che dura una piccolissima frazione di secondo eppure è come se attraversasse quarant'anni e due generazioni.
La scatola bianca con tutte le sue diavolerie nascoste dentro trasforma quella corrente in dodici righe di un elenco che ne contiene migliaia.

Anche a me fanno un po' sorridere i nostalgici dei dischi in vinile ma ora che ne ho uno davanti agli occhi e lo osservo girare 33 volte al minuto, centinaia di volte più lento dei suoi nipoti moderni, penso che a fatica le migliaia di tracce della mia collezione di musica digitale possono eguagliare il fascino e l'emozione di uno solo di questi dischi di plastica nera. 
È passato attraverso le mani di mio padre e di chissà chi altri, magari di qualcuno porta ancora le impronte digitali. 
La musica gli è fisicamente incisa sopra, le sua piccole asperità si trasformano in suono che giunge fino al mio timpano. E il mio timpano vibra quasi all'unisono con la puntina che passa sopra quelle asperità. 

Le 12 nuove righe della mia lista potranno fra quarant'anni trasformarsi ancora in musica?

Lucio Battisti - Emozioni

Lato 1
1. Fiori rosa fiori di pesco
2. Dolce di giorno
3. Il tempo di morire
4. Mi ritorni in mente
5. 7 e 40
6. Emozioni

Lato 2
1. Dieci ragazze
2. Acqua azzurra, acqua chiara
3. Era
4. Non è Francesca
5. Io vivrò (senza te)
6. Anna

Tutti i brani sono di Battisti - Mogol

giovedì 11 novembre 2010

Giro giro tondo

Stasera ho aperto il giradischi che ho ordinato un paio di giorni fa e che stamane mi hanno consegnato a casa. È uno di quei giradischi moderni che si attaccano al computer e ti permettono di trasformare in formato digitale la tua vecchia collezione di vinili.
L'ho attaccato al laptop, ho accostato il braccio al bordo del disco (quanto tempo era che non compivo questo semplice gesto manuale per ascoltare la musica!), il disco ha cominciato a girare, ho spostato la levetta del sostegno, la puntina si è abbassata dolcemente e immediatamente come per magia il suono ha cominciato a uscire dalle piccole casse annegate dentro questa scatola bianca sulla quale sto battendo i tasti.
È stata un'emozione inattesa, capace di rimuovere un po' di quella sterilità produttiva degli ultimi tempi. Così mi sono messo a scrivere di questa emozione.
Finito il Lato 1 del disco ho salvato la bozza. Il disco l'ho sentito ma la digitalizzazione non ha funzionato: tutto muto... vabbeh, pazienza, giro il piatto e riprovo col Lato 2, intanto continuo a scrivere mentre ascolto.
Finito il Lato 2. Niente da fare, non funziona. Nel frattempo ho finito il post. Lo pubblico ma... qualcosa va storto. Il post sparisce, anche dalle bozze. Irrecuperabile. Ho provato a riscriverlo ma non è la stessa cosa, quell'emozione si è come persa.

Scrivere è come tirare fuori qualcosa che hai dentro, ma una volta che la penna o la tastiera lo hanno assorbito è andato via, non ritorna più. Non posso provare a riscrivere quello che ho scritto prima, non ci riesco.
E allora intanto ora metto su un altro disco, e poi ricomincio da capo, per vedere se quell'emozione torna e magari passa di nuovo su questa tastiera...