venerdì 27 giugno 2008

Non tutto il male viene per nuocere

Perche' ben 3 post oggi? Perche' sono a Granada, e fa un caldo micidiale, quindi aspetto un po' che il sole cali e regali un minimo sindacale di frescura per fare un giro in centro, altrimenti mi sciolgo. Oltrettutto che mi sono anche dimenticato il mio mitico cappello da ranger e con il mio taglio estivo modello FMJ la testa mi cuoce nel forno delle strade andaluse. Per la cronaca: fanno 35 gradi all'ombra!

Comunque, stamane mi sono alzato presto per prendere l'autobus di linea 46 per l'aeroporto. Diluviava. Guarda te se mi tocca prendere l'ombrello per andara a Granada!
Comunque, vado, aspetto una ventina di minuti, finalmente arriva; io, assorto nei miei pensieri, guardo l'autista ma mi dimentico di alzare il braccino per dirgli di fermarsi e l'autobus se ne va! Il prossimo e' fra mezz'ora! Smoccolo un po' e mi incammino verso Placa de Espanya per prendere l'aerobus, che costa si' 5 euro invece di 70 centesimi, ma passa ogni 5 minuti invece che ogni mezz'ora. Mentre che vado smette di piovere e... illuminazione, mi sono scordato il caricatore del laptop a casa!
Il progetto e' stare via almeno una settimana, quindi proprio devo tornare indietro. Cosi' ripasso da casa, smollo l'ombrello e prendo il caricatore (pero' mi scordo il suddetto cappello, tonto!)
Prendo il 46 successivo e arrivo in aeroporto lo stesso ampiamente in orario.

Siccome sono in vena riflessiva, interpreto la morale di questa storiella.

Avevo fretta di arrivare in anticipo, per paura di perdere l'aereo. Pero', perso tra me e me, ho perso l'autobus, l'ho solo guardato passare. Questo mi ha dato un po' di tempo extra, per tornare al contatto con la realta' e mi ha permesso di lasciare a casa un oggetto inutile e portarne uno importante senza il quale il viaggio non sarebbe stato lo stesso. Alla fine, sono arrivato lo stesso ampiamente in orario, anzi, l'aereo ha fatto un'ora di ritardo e ho dovuto aspettare ancora. Ma avevo (quasi) tutto quello che mi serviva. Non si ha mai tutto quello che serve per un viaggio. Per quanto si possa preparare tutto meticolosamente, verra' sempre il momento di arrangiarsi in qualche maniera. E anche li', anzi, spesso proprio li' sta il divertimento.

Infatti ora vado a scoprire il centro in cerca di un bel cappello di paglia ultraleggero a tesa larga per sopravvivere ai prossimi giorni!

PS Non so se e' il caldo, ma mi pare dal poco che ho visto che Granada sia piena di matti che girano per strada... un po' tipo Trieste per chi mi intende...

PPS Da Granada si vede la Sierra Nevada, e' proprio a picco sulla citta' e ci sono molti canali innevati! E' assurdo vedere la neve quasi a portata di mano con questo caldo allucinante. E so gia' che stanotte i miei sogni saranno bianchi! Va bene arrampicare, ma vuoi mettere sciare?

La macchina della verita'

In montagna, non si puo' mentire a se stessi.
Se qualcosa e' oltre il tuo limite, anche il tuo limite di quel giorno, sara' difficile raggiungerlo.
Anche i rapporti con le persone in montagna sono piu' diretti. Liberi dalle sovrastrutture della societa', viene fuori un po' di piu' la vera essenza di noi stessi, ognuno si confronta con le proprie paure e i propri mostri, ognuno si affida alle persone di cui si fida e tira fuori quello che ha da dare.
La liberta' personale si esprime nel rapporto con se stessi e con gli altri.
A volte, se l'alchimia della cordata o del gruppo e' quella giusta, le forze si moltiplicano e le ansie si placano. Altre volte, se qualcosa non va nella testa di qualcuno, se qualcosa non funziona nei rapporti fra i compagni, le cose possono andare meno bene.
E' una vera e propria macchina della verita', dove le sensazioni personali e le relazioni sono piu' oneste e sincere, e non si puo' davvero mentire.

Arrampicare in falesia non e' alpinismo, manca quasi sempre la percezione dell'ambiente e le relazioni fra i compagni sono diverse, anche se a volte simili.
Dal punto di vista del singolo, l'impegno mentale e' paragonabile, anche se, anche qui, differente. Succede che se la giornata nel mondo civile e' stata storta ma le energie si sono accumulate, puoi essere carico come una molla e scattare su passaggi che usualmente possono esserti ostici. Se invece la giornata e' stata storta ma ti ha scaricato, ecco che tutto diventa difficile, le ansie e le paure vengono fuori e l'unico modo e' affrontarle piano piano, oppure tornare il giorno dopo.

Ieri e' stata una giornata storta, e anche se verso sera il peggio sembrava passato, la Foixarda ha fatto da macchina della verita'. Sane batoste e tutti a casa.
Anzi a prepararsi per il prossimo viaggio, cambiare aria ogni tanto fa bene.

Hasta pronto Barcelona!

Prima o poi doveva succedere



Con tutti gli amici che ho presi dal sacro fuoco dell'arrampicata, che fino a un paio di mesi fa faticavo a comprendere, prima o poi doveva succedere che mi prendesse anche a me. E cosi', cominciando dai quarti, per fare qualche quinto in falesia, finalmente mi sono fatto anche le prime due vie in montagna...


Beh, un approccio molto soft direi, al Montserrat, un III di 3 tiri e un IV+ di 2 tiri, e se nel primo caso sono salito sempre da secondo (anzi, terzo) di cordata, nel secondo ho gettato la maschera del "farfallone della montagna" e in cima alla Magdalena Inferior sono arrivato prima io, seguito a ruota da Ciccio Ciani (grazie!) che in cima mi ha fatto un simpatico ripasso di nodi e allestimento e lancio doppia e quant'altro.... Sara' il suo razionalismo estremo, sara' la scuola pisana, ma alla fine mi ha convinto di piu' dei metodi "alla catalana".

Arrampicare a Montserrat e' speciale: si scalano delle guglie di conglomerato, fidandosi che i sassi incastrati nell'arenaria stiano li' dove sono anche dopo che c'hai messo il piedino... facendo finta di non vedere che effettivamente qualche buco c'e' e quindi qualche sasso deve essere venuto via per forza...

Per i miei amici puristi, si tratta di vie protette a spit, perche' su quella roccia piazzare chiodi o protezioni "clean" e' praticamente impossibile... comunque ci sono anche molte vie dove si possono sfruttare fessure e buchetti per proteggersi e non ci sono spit. Magari quelle le lascio per l'estate prossima pero', o magari per quando mi venite a trovare!

Montserrat e' speciale anche perche' quando arrivi in cima alla guglia e' come stare su un terrazzo sospeso nel vuoto a 360 gradi e anche se sono solo 60 metri, fa lo stesso un certo effetto e devo ammettere che arrampicare da primi e arrivare in cima alla montagna in questa maniera, anche se e' una guglia di 60 metri, puo' causare forte dipendenza.


E infatti gia' non vedo l'ora di tornare.

La Magdalena Inferior e' la seconda guglia da sinistra (veramente queste si chiamano "Gorros", che vuol dire "cappelli", ci sono altre cose simili sempre a Montserrat che si chiamano proprio "Agulles"). Noi l'abbiamo salita dal lato opposto rispetto a questa foto, ma il progetto a breve scadenza e' salirla da questo lato, che e' piu' lunga e piu' spettacolare!
Vamos!

martedì 10 giugno 2008

Miracolo!

Ogni tanto si trovano su internet notizie di una qualche nuova rivoluzionaria tecnologia che promette di stravolgere le nostre abitudini in pochi anni. Poi non se na piu´ niente, i pochi anni passano e della notiziola non si ricorda piu´ niente nessuno.
Oggi ho letto la storia della lavatrice Xeros. Ne parla Repubblica, ma anche Il Messaggero, un sito di notizie tecnologiche e il Daily Mail.

Praticamente funziona cosi´: questa lavatrice lava usando soltanto un bicchiere di acqua per ogni ciclo e lo sporco viene raccolto da dei granuli plastici che vengono automaticamente immessi nel cestello e poi recuperati. In totale vengono usati 20 chili di granuli (e non 200 come riporta erroneamente Il Messaggero!) che possono essere utilizzati per circa 100 lavaggi. Al termine dei 100 lavaggi li devi cambiare.

Ed ecco il primo dei punti dolenti: 20 chili di questa plastica speciale ogni 100 lavaggi. Quanta acqua ci vuole per produrli e trasportarli, considerando tutto, dalle materie prime al prodotto finito? Sembra che questa lavatrice assicuri un guadagno di circa 30 litri per lavaggio rispetto a una convenzionale, quindi il bilancio dovrebbe essere comunque in attivo perche´ 30 x 100 = 3.000 e spererei che per fare 20 chili di qualsivoglia plastica non ci vogliano piu' di 3.000 litri di acqua, anche se non ho idea di quali siano realmente i numeri in gioco.

Secondo punto apparentemente dolente: non si menziona quanta elettricita' consumi. Magari non e´ cosi´ energeticamente efficiente... pero´ tutto sommato, rispetto a una lavatrice normale, non deve nemmeno scaldare tutta quell´acqua e piu´ o meno fara' girare i vestiti dentro il cestello nella stessa maniera; quindi a meno che per fare un lavaggio non impieghi 20 ore, a occhio dovrebbe far risparmiare anche della corrente...

Infine, si puo' sollevare un problema igienico: ´sti pallini a cui si attacca lo sporco, poi come si ripuliscono? continuano a ciucciare schifezze per cento lavaggi? non e' che diventano un covo di batteri? magari sono trattati con uno strato permanente di Napisan... boh!

Avremo tutti uno di questi miracoli ecologici in casa entro 10 anni? Certo che poi, considerando l´aumento dell´eta´ media della popolazione, trasportare venti chili di granuli ogni sei mesi non sara´ cosa proprio per tutti... comunque, chi vivra' vedra´!

venerdì 6 giugno 2008

E se succedesse a me?

Sono entrati nelle case di una famiglia di Sinti italiani, hanno chiesto i documenti e li hanno schedati. La storia completa, si trova qua, le foto invece qua. Come si legge nell´articolo e si capisce chiaramente dalle foto, si tratta di cittadini italiani, gia' censiti, di cui il comune sa tutto quello che deve sapere su un normale cittadino italiano. Quindi chiamiamolo con il suo nome: e' un atto compiuto dalle forze dell´ordine basato su una semplice discriminazione etnica o razziale. E' questo che e´, sul resto poi si puo´ discutere.

Purtroppo non e' un caso isolato. A Torino un gruppo di poliziotti e´ salito su un autobus e ha chiesto documenti e permesso di soggiorno a tutti gli stranieri! Subito dopo, tutti, anche chi aveva una regolare carta d´identita´ italiana e´ stato portato in commissariato per essere schedato.

Vivo all´estero, spesso viaggio e spesso sugli autobus: e se succedesse a me in un Paese straniero una cosa cosi´, che penserei? se mi succedesse in Brasile, in India, in Cina, cosa penserei?

giovedì 5 giugno 2008

Ponti tricolore

Qui nell´ultimo mese sembra di stare a Londra. Piove praticamente tutti i giorni. La cosa ha naturalmente anche risvolti positivi, visto che mancava l´acqua ed eravamo in piena emergenza siccita´. Alla fine di aprile gli invasi idrici della Catalunya erano al 18% della loro capacita´, appena sufficiente a superare l´estate per lasciarci quasi completamente all´asciutto in autunno. Poi ha cominciato a piovere. Ora non la finisce praticamente piu´. Risorse idriche al 50% e aspettiamo l´estate belli freschi e rilassati.

Tutto questo per dire che non c´e´ da soprendersi se anche sabato pioveva. La leggera pioggia non mi ha impedito di andare a giocare un paio d´ore a ping pong in uno dei molti tavoli all´aperto sparsi per vari quartieri della citta´ (soprattutto a Gracia). Poi il cielo si e´ fatto grigio sul serio e me ne sono andato un po´ a spasso per Barcelona.

Praticamente la meta´ delle persone parlavano italiano: per le strade, nei negozi, sulla metro. Tornando a casa sento un signore che richiama l´attenzione della moglie sulla collina del Montjuic con inconfondibile accento genovese. Mi giro e gli sorrido, chissa' cosa avra´ pensato. Nel frattempo io invece pensavo: ma com´e´ che ci son tutti ´sti italiani in giro? E poi l´illuminazione. Lunedi´ 2 giugno. E' la stessa cosa che succede sempre: prova a trovarti in una qualsiasi grande citta' europea in uno dei weekend dei tre ponti primaverili (25 aprile, primo maggio, 2 giugno) e improvvisamente senti parlare solo italiano! Ci piace un sacco andare in giro a primavera. Aspettiamo in gloria questa mini anticipazione delle vacanze estive. E cosi' tutti via: Parigi, Londra, Stoccolma, Barcelona!

Per un po´ ci dimentichiamo della nostra Itaglietta. Peccato che noi italiani quando andiamo in giro la maggior parte delle volte stiamo solo tra di noi, passiamo e andiamo, non parliamo con la gente del posto, non ci proviamo nemmeno. Peccato perche´ ci aiuterebbe a conoscere un po' meglio cosa siamo andati a vedere ma anche cosa ci siamo lasciati a casa... di bello e di brutto...

mercoledì 4 giugno 2008

Anche gli armadi possono volare

Dice Leonardo che

"Arrampicare da primi e' arrampicare, arrampicare da secondi e' esercizio fisico".

Non che io disdegni il mero esercizio fisico, pero' sono un maledetto curioso e alla fine ho ceduto.
Cosi', forse, anche d'estate riusciro' a innalzarmi dal livello "subumano" fino a "merendero" o magari "eroe". In fondo l'eroe e' anche colui che va in cerca del meglio per se' e per gli altri. E arrivare a fare tranquillamente un 5c o un 6a aprirebbe le porte del paradiso di un mondo di montagne altrimenti inaccessibili, a me e a chi con me vuole camminare per il mondo.

Matte dice che l'equilibrio, i salti, la forza che ho quando ho gli sci ai piedi sembrano sparire appena me li tolgo. Effettivamente quando mi attacco alla parete con le scarpette e le mani mi sembra di essere una specie di armadio: grosso, rigido e lento... Paolo Caruso, una specie di guru dell'arrampicata, di cui mi sono comprato lo splendido libro, dice che bisogna imparare a "prendere forza dal basso", dai piedi. E quando in basso hai un secondo di cordata speciale che ti guarda, la forza che sale puo' sollevare anche un armadio.


Se poi hai anche esattamente a fianco uno che fa il 7b "a vista" come Matte, e che risale la via che passa a fianco alla tua spiegandoti un passo si' e un passo no, svanisce la paura e pur col giusto sudore il mio primo 4c da primo e' fatto...

OK, 4c e' una miseria... infatti finalmente mi sono deciso ad andare a provare il tunnel della Foixarda, per vedere di allenarmi un po'...
La Foixarda e' probabilmente "il piu' grande roccodromo urbano gratuito del mondo". Si trova sul Montjuic a meno di dieci minuti a piedi da casa mia. C'e' una parete di roccia con alcune vie con prese naturali, prese scavate e prese di resina artificiali. Su una parte della parete e' stata gettata una colata di cemento e poi attrezzata prevalentemente con prese artificiali e alcuni buchini scavati; infine c'e' il tunnel. E' un vero tunnel stradale, completamente attrezzato con prese artificiali. Ci sono vie che risalgono tutta la volta e gli scarsoni come me si possono esercitare a piacere facendo un po' di "boulder" e traversi. Fino a qualche anno fa il tunnel era addirittura aperto al traffico e la gente ci arrampicava lo stesso. Poi per fortuna hanno pensato bene di chiuderlo e lasciarlo tutto agli arrampicatori (e aspiranti tali).

Insomma, lunedi' sono andato la' due ore a massacrarmi un po' le braccia facendo traversi a un metro da terra. C'e' un bell'ambiente, si fanno chiacchere, incontri sempre qualcuno che ti spiega il passaggio che non ti riesce. Un passaggio in particolare proprio non mi e' riuscito, nonstante le spiegazioni di un simpatico tizio Bosniaco-Svedese e del catalano Xavi-dagli-occhi-blu (qui la meta' della popolazione maschile si chiama Xavi o Jaume, quindi devi inventarti qualche modo per distinguerli...).
Il maledetto passaggio mi e' rimasto proprio sul groppone e quindi ora saluto tutti e scappo a provarlo finche non mi riesce!

PS Mamma, non ti preoccupare! non e' pericoloso! c'e' sempre la corda e quando non c'e' sono a un metro da terra! capito? :)